Mi chiamo Kevina Gunputh, sono originaria di Mauritius. Isola tropicale dell’oceano indiano, poco distante dal Madagascar. All’età di 15 anni mi sono trasferita in Italia e attualmente vivo e lavoro in un paesino ai piedi del Monte Grappa a 1 ora di macchina da Venezia.
La cucina ha sempre ricoperto un ruolo importante nella mia vita.
Fin da bambina ho avuto a che fare con i fornelli.
Non ho avuto un infanzia delle più facili e felici, perché già all’età di 3 anni mi sono ritrovata sola a vivere in casa d’altri. Fra le varie mansioni che mi erano state affidate, quella però che mi piaceva era l’aiuto che dovevo dare in cucina. Oltre ai normali pasti quotidiani, ricordo molto bene come già all’età di 9 anni, 2 volte alla settimana, si preparavano centinaia di Samusa, piccoli triangolini di pasta ripieni e fritti, snack tipico dell’isola, da rivendere poi per la strada. E di come, finiti i miei compiti e nei week end dovevo passare le giornate in una piccola bottega di alimentari di uno zio per dargli una mano.
La strada sembrava già segnata.
All’età di 15 anni sono partita per l’Italia, la Sicilia, dove viveva mia madre, sperando di trovare una situazione migliore, ma anche qui ci sono stati dei problemini. La cucina in questo caso era diventata un fortino dove mi chiudevo a chiave per trovare un po’ di tranquillità. Mi piaceva guardare i programmi televisivi italiani di cucina e mi arrabbiavo quando non capivo gli ingredienti che usavano. Così, a forza di guardare il vocabolario per capire le ricette, ho incominciato ad imparare questa nuova lingua. Grazie poi all’aiuto di maestri stupendi del posto che mi seguivano sempre e mi incitavano, nel giro di un anno ho imparato l’Italiano e ho preso la terza media.
Mi sarebbe piaciuto studiare ancora, mi piaceva l’artistico, ma la situazione in casa non era delle più facili, per cui all’età di 16 anni e mezzo ho cominciato i primi lavori in Italia come donna di pulizia e badante.
Dopo anni burrascosi, all’età di 19 anni sono arrivata a Panarea, nelle Isole Eolie, dove ho cominciato la mia prima stagione nella cucina di un ristorante. Qui ho visto i primi soldi, visto che prima andavano a finire in casa. Non erano molti perché ricordo lavoravo 18 ore al giorno, senza giorno di riposo, e venivo pagata 500 euro al mese. Gli ultimi fra l’altro con un assegno scoperto. Era il 2003.
Con questi pochi soldi sono comunque riuscita a prendere in mano la mia vita ed ho continuato da sola in giro per l’Italia, ove trovavo un posto di lavoro, a fare altre 7 stagioni al mare e ai monti, come aiuto cuoco, barista o cameriera di sala.
Al lago di Garda ho conosciuto quello che poi è diventato mio marito, io facevo la cameriera, lui il piazzaiolo, e trasferitami così in Veneto stabilmente, ho lavorato per 5 anni presso un bar trattoria vicino a casa. Era bello stare al bancone a servire la gente, ma capivo che mi piaceva di più stare in cucina a cucinare e preparare i piatti tipici veneti per i clienti che si fermavano a mangiare o per la vetrina di snack, fritture, dolci, ecc, preparati al momento per gli aperitivi.
Così, acquisita un po’ di stabilità, ho potuto riordinare la mia vita e puntare su quello in cui credevo: la cucina.
Nel 2011, la partecipazione ad un programma televisivo di cucina, MasterChef Italia, anche se è finita comunque malissimo visto che sono stata eliminata praticamente subito, è stata un ulteriore spinta a crescere e così, sono riuscita a frequentare degli studi per diventare cuoco e prendere una qualifica che mi permettesse di fare questo come lavoro.
Non è e non è stato facile. In modo particolare in Italia. Un po’ per la crisi del momento, un po’ per la mentalità del posto o per i salari bassi. Giusto per farvi capire la situazione attuale dell’Italia, permettetemi una piccola parentesi: Parliamo del Veneto, una delle regioni più ricche d’Italia, nel 2013 quindi non secoli fa, ristoranti rinomati della zona, mi proponevano 4,5 euro all’ora.
Fortunatamente, perché così bisogna dire in Italia quando si ha un lavoro e perché è quello che mi piace fare, da allora ho sempre lavorato come cuoca.
La cucina è lavoro, è fatica, è velocità e concentrazione, ma è anche una grande fonte di soddisfazione e piacere per i piatti che si creano. La possibilità di trasformare un mucchietto di farina in un piatto ricco di sapori e colori è una specie di magia che da gioia e fa superare ogni cosa. Nella cucina, nella preparazione dei piatti ho ritrovato quel piacere artistico di creare che mi era stato negato. In cucina e nella grande tradizione italiana, ogni giorno, c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da scoprire. E questo per me è una cosa fantastica, è gioia e vita.
|